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Erasmo da Rotterdam

altre opere di Erasmo da Rotterdam

Erasmo dedicò la maggior parte dei suoi studi all'ambito religioso.

Tutte le sue opere, pubblicate in latino, furono rapidamente tradotte nelle lingue moderne.

 

Il lavoro sul testo del Nuovo Testamento

 

Durante il proprio soggiorno inglese Erasmo iniziò l’esame sistematico dei manoscritti del Nuovo Testamento (anche quelli scoperti di recente o che, in quel periodo, giungevano dalla Grecia dopo la fine dell'Impero bizantino) al fine di prepararne una nuova edizione e una traduzione latina.

Le traduzioni dei testi sacri (spesso a senso, senza la maturità filologica degli umanisti italiani guidati da Lorenzo Valla) forgiarono la sua vasta cultura umanistica e lo indussero a contrapporre la cultura teologica vista come forgiatrice di letterati alla fede religiosa che definiva "creatrice di soldati di Cristo", riprendendo il tema classico del miles christianus.

L’edizione del Nuovo Testamento sarebbe stata poi pubblicata da Johann Froben a Basilea nel 1516. Essa costituirà la base per la maggior parte degli studi scientifici sulla Bibbia nel periodo della Riforma, e sarà utilizzata dallo stesso Lutero per la sua traduzione tedesca della Bibbia. Erasmo pubblicò pure un’edizione critica del testo greco nel 1516, Novum Instrumentum omne, diligenter ab Erasmo Rot. Recognitum et Emendatum con traduzione latina e annotazioni.

La terza edizione servirà ai traduttori della versione inglese della Bibbia detta "di Re Giacomo". Il testo divenne in seguito noto come Textus Receptus. Erasmo avrebbe pubblicato in seguito altre tre versioni nel 1522, 1527 e 1535, dedicando l'opera a papa Leone X, quale patrono della cultura. Erasmo considerava il proprio lavoro come un servizio alla cristianità.

Alcuni hanno sollevato critiche in quanto all'accuratezza del Textus Receptus. Uno dei motivi è che Erasmo aveva potuto consultare solo un pugno di manoscritti greci e di tarda origine. Inoltre asseriscono che Erasmo fece il suo lavoro in fretta. Egli stesso ammise che la sua edizione era stata “fatta in fretta anziché redatta”. Malgrado questi aspetti sfavorevoli delle edizioni di Erasmo, che si applicarono quasi con ugual forza al Textus Receptus, questo testo rimase la norma per più di duecento anni. Fra i primi a produrre testi basandosi su maggiore rigore ci furono gli eruditi tedeschi Johann Jakob Griesbach e Lachmann.

 

gli altri scritti

 

Tra le altre opere Adagia (1500), Manuale del milite cristiano (1503), Institutio principis christiani (1516), Colloquia familiaria (1522). Questi lavori che riportavano i testi alle fonti originarie lo fecero considerare come il padre della Riforma protestante. Egli comunque, pur condividendo la necessità di un rinnovamento in ambito ecclesiastico, rimase sempre cattolico, e si oppose anzi duramente al protestantesimo di Martin Lutero. Un'altra opera va annoverata tra gli scritti del grande umanista: il dialogo satirico Iulius exclusus e coelis, composto durante il periodo successivo alla morte del papa-soldato Giulio II e in particolare tra la fine del 1513 - inizi del '14 (gli anni del soggiorno di Erasmo a Cambridge). L'opera è un vivace scambio di battute tra San Pietro e un arrogante Papa Giulio che pretende di entrare in Paradiso con uno stuolo di rozzi combattenti morti "in nome della fede" durante le campagne belliche promosse dal defunto pontefice. Dell'opera, pubblicata anonima, Erasmo ha sempre negato la paternità, per motivi probabilmente legati alla sua immagine di fronte al neo pontefice Leone X, che sembrava dare adito a quella riforma all'interno della Chiesa da sempre caldeggiata dall'umanista. La critica è comunque da tempo concorde che sia uscita dalla colta penna di Erasmo, il nome che subito era stato suggerito anche dai contemporanei. Un viaggio davvero pauroso di Erasmo, è basato sull'argomento della follia. Erasmo crede che i pazzi sono quelli che sanno osservare la realtà da prospettive diverse, un'altra realtà, scavalcando tutti i canoni razionali della ragione; però cari lor signori, vi lascio e vi abbandono, pensando ancora a Erasmo che ivi entrò ove voi foste irrazionali esaminando sia pazzi che normali, in ogni dove nella mente umana, pensandola e vedendola sia come pazza sia come sana.

Le sue critiche agli errori delle autorità ecclesiastiche e alla superstizione lo esposero all'accusa di essere luterano anche da ambienti cattolici, ma Erasmo rifiutò sempre quest'accusa. Per far fronte agli attacchi che gli venivano mossi, illustrò la sua posizione teologica con l'opera De libero arbitrio (1524), che conteneva una brillante critica a Martin Lutero (che a sua volta gli rispose con il De servo arbitrio).

L’ultima opera di Erasmo fu la Preparazione alla morte, nella quale assicura che una vita onesta è la condicio sine qua non per raggiungere una morte felice.

 

Erasmo e la Controriforma

 

Erasmo godette di ampio prestigio nella prima metà del XVI secolo e gli venne anche offerto dal papa il cappello cardinalizio, che rifiutò. Dopo la sua morte, nel periodo successivo al Concilio di Trento, nella fase della Controriforma, la sua libertà intellettuale venne guardata con sospetto e le sue opere vennero incluse nell'Indice dei libri proibiti, ma la sua battaglia contro l'ignoranza e la superstizione era motivata esclusivamente dalle sue convinzioni umanistiche e non da critiche alla fede. Come testimonia il suo rifarsi ad alcuni movimenti innovatori quali la Devotio moderna, infatti, egli intendeva professare una riforma spirituale e dei costumi, e non una riforma teologica.

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