


FantaBologna 2019-2020

Stadio RENATO DALL'ARA - BOLOGNA - 19 GENNAIO 2020 ore 15:00


FantaBologna 2019-2020

Stadio RENATO DALL'ARA - BOLOGNA - 19 GENNAIO 2020 ore 15:00
Quanto guadagnano arbitri e guardalinee
stipendi dei direttori di gara
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Un arbitro che ha la fortuna di dirigere le partite di Serie A può guadagnare fino a 200.000€ ogni anno; molto più bassi i livelli dei compensi nelle categorie inferiori, tant'é che alcune volte non sono sufficienti neppure per le spese del viaggio.
Secondo il Presidente dell’Aia (Associazione arbitri italiani), Marcello Nicchi, lo stipendio di un arbitro in Italia non è sufficiente per permettere ad un direttore di gara di mantenersi anche dopo il termine della carriera, previsto all’età di 37 anni a livello internazionale e a 45 anni per quello nazionale.
Per questo motivo si sta riflettendo sull’introduzione di un fondo di solidarietà, per una durata di massimo due anni, con il quale si darà supporto all’arbitro che terminata la carriera nel rifarsi una vita lavorativa. Queste dichiarazioni hanno focalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica sulla figura dell’arbitro, portando molti tifosi, ma anche dei semplici curiosi, a chiedersi quanto guadagna un arbitro professionista o dilettante.
Andiamo a fare chiarezza sugli importi degli stipendi percepiti dagli arbitri, così come i guardalinee e la nuova figura di assistente al VAR.
In media si va dai 90.000€ ai 200.000€ per chi ha la fortuna di arbitrare in Serie A; non tutti gli arbitri, però, possono vantare guadagni così alti e soddisfacenti.
La maggior parte degli arbitri italiani fruisce rimborsi minimi con cui a malapena è possibile coprire le spese necessarie agli spostamenti; questo dipende principalmente dal livello delle partite arbitrate.
Giovanissimi e allievi
Si può fare una stima abbastanza precisa di quanto può guadagnare un arbitro italiano a seconda del livello delle partite che presiede. Il grado da cui tutti gli arbitri iniziano è quello delle categorie di giovanissimi e allievi. Per questa categoria i guadagni relativi agli spostamenti effettuati per le trasferte sono i seguenti:
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30 euro fino a 25 km dalla sede arbitrale;
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38 euro fino a 50 km;
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42 euro fino a 75 km;
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52 euro fino a 100 km;
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57 euro fino a 150 km;
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68 euro fino a 200 km;
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78 euro fino a 250 km;
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88 euro fino a 300 km.
I rimborsi corrisposti per questo lavoro sono veramente irrisori e spesso non coprono neanche le spese per gli spostamenti: lavorare in questa categoria serve principalmente ad imparare il più possibile. Va anche detto a proposito che è raro essere chiamati per spostamenti superiori a 50 km poiché le sedi arbitrali sono molto diffuse con una media di una per provincia; pertanto è più semplice che venga chiamato un professionista più vicino.
Serie D e Lega Pro
Cambia poco la situazione per quanto riguarda le partite di Serie D ossia quelle a un gradino più in basso rispetto al calcio professionistico. In questa categoria i guadagni previsti sono quelli sopra indicati e in aggiunta talvolta vengono corrisposti dei buoni pasto rispetto alle categorie più basse.
Subito dopo la Serie D troviamo la Lega Pro, il campionato di livello più basso tra quelli professionistici: in questo caso inizia ad esserci una sostanziale differenza rispetto alle categorie precedenti.
Un arbitro di Lega Pro guadagna 200 euro per trasferta ai quali si sommano due buoni pasto da 30 euro cadauno più 0,21 centesimi di euro per km percorso; inoltre in questa categoria è molto frequente dover effettuare spostamenti importanti che superano anche i 600 km e che si calcolano a partire dal domicilio dell’arbitro.
Serie B
I guadagni si fanno veramente interessanti quando si passa in Serie B: per ogni gara un arbitro riceve il corrispettivo di circa 1.700 euro più i rimborsi al chilometro uguali a quelli degli arbitri di Lega Pro.
Arbitrare in Serie A e Serie B è molto remunerativo ma solo in pochissimi ci riescono: in tutto queste sezioni includono poco più di un centinaio di arbitri su un totale nazionale di 20.000 professionisti.
Serie A
In particolare per ogni stagione di Serie A l’Aia seleziona circa una ventina di arbitri, tra i quali figurano un paio di debuttanti per la categoria. Questi lavorano come liberi professionisti, quindi con regolare Partita IVA.
Percepiscono un compenso fisso - qualificato come “diritto di immagine” - più una diaria per ogni partita. Partiamo dall’esaminare l’importo fisso: questo è di 90.000€ annui (lordi) per gli arbitri internazionali - una decina in tutto - e di 30.000€ per tutti gli altri.
Per ogni partita arbitrata, invece, ogni direttore di gara - indipendentemente dall’esperienza maturata - guadagna un compenso lordo di 3.800€. Solitamente un arbitro si trova a dirigere la metà delle partite di campionato, quindi alla fine della competizione si sarà portato a casa circa 72.000€ lordi.
Può accadere poi che un direttore di gara non sia selezionato per arbitrare una partita ma venga posto al controllo del VAR: in questo caso il compenso lordo è di 1.500€ a partita, 750€ nel caso degli assistenti al VAR.
Ci sono poi le altre competizioni nazionali da prendere in considerazione: per quanto riguarda la Coppa Italia, ad esempio, si parte da un compenso di 1.000€ a partita per i primi turni di qualificazione per poi arrivare a 1.500€ per chi è selezionato ad arbitrare i quarti. Per le semifinali il compenso è di 2.500€, mentre per la finale di 3.000€. Nella Supercoppa Italiana, invece, il compenso è lo stesso previsto per le partite di Serie A: 3.800€.
Complessivamente per la FIGC il costo per il sistema arbitrale (gli ultimi dati risalgono al 2017-2018) è pari a 44 milioni di euro: in questa cifra sono compresi anche i compensi per assistenti di gara (i cosiddetti guardalinee) che guadagnano 1.000€ a partita più una quota fissa che va dai 24.000€(se internazionali) agli 8.000€. Per il quarto uomo, il compenso è invece di 500,00€ a partita (sempre lordi).
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CHI PAGA – ma chi li paga questi stipendi? L’AIA è una costola della FIGC che vive grazie a sostanziosi sponsor: TIM, Compass, FIAT e IVECO. Sì, avete capito bene. Gli arbitri sono indirettamente pagati dai soldi dei “gioielli” di casa Agnelli, che guarda caso sono anche padroni della Juventus. E non finisce qua! La TIM è una costola della Telecom, posseduta da Assicurazioni Generali, Intesa San Paolo e Mediobanca. Assicurazioni Generali è di Mediobanca. Mediobanca vede il principale azionista nell’Unicredit. L’Unicredit è la banca che si accollò i debiti dei Sensi e intermediò per l’acquisto della Roma agli americani di Pallotta. Fa strano che il principale sponsor sia in ultima analisi riconducibile a chi ha tutto l’interesse perché la Roma produca ricavi. Avanti un altro! Il secondo sponsor per importanza (soldi elargiti) è la Compass, guarda caso anche questo del gruppo Mediobanca dell’Unicredit. Ma Mediobanca ha altre partecipazioni nel mondo dello sport o attiguo? È sua la RCS, ovvero il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport. Gli stipendi di arbitri, designatore arbitrale e commissari che valutano le prestazioni arbitrali derivano in buona parte da Unicredit e Famiglia Agnelli.
UN INTERESSE ECONOMICO – Insomma, Unicredit, famiglia Agnelli e Mediobanca sono interessati al campionato di calcio di Seria A e alla FIGC, tanto da usarlo come strumento di sponsorizzazione. Ma perché? È un settore in crescita: il valore della produzione della seria A è passato dai 1.874milioni di euro della stagione 2008/2009 ai 2.308milioni della stagione 2012/2013. Nonostante i ricavi da stadio diminuiscano, aumentano i ricavi da plusvalenze. Significa che importiamo a poco ed esportiamo (o vendiamo internamente) a molto. Chiunque direbbe che è un affare investire nel calcio, eppure il risultato d’esercizio è sempre stato negativo (202milioni nel 2012/2013). Non è strano? Ma questo è un altro argomento.
La lista degli Internazionali 2019
Ecco la lista degli arbitri e assistenti italiani inseriti negli elenchi FIFA per l’anno 2019. Le nuove nomine riguardano gli arbitri Michael Fabbri e Maurizio Mariani, gli assistenti Stefano Alassio, Ciro Carbone, Giorgio Peretti e Alberto Tegoni; tra le donne nel calcio a 11 l'arbitro Maria Sole Ferrieri Caputi e l'assistente Tiziana Trasciatti, infine nel beach soccer l’arbitro Fiammetta Susanna.
CALCIO A 11 (arbitri)
Marco DI BELLO
Daniele DOVERI
Michael FABBRI (nuovo)
Marco GUIDA
Massimiliano IRRATI
Maurizio MARIANI (nuovo)
Davide MASSA
Daniele ORSATO
Gianluca ROCCHI
Paolo VALERI
CALCIO A 11 (assistenti)
Stefano ALASSIO (nuovo)
Ciro CARBONE (nuovo)
Alessandro COSTANZO
Alessandro GIALLATINI
Lorenzo MANGANELLI
Filippo MELI
Matteo PASSERI
Giorgio PERETTI (nuovo)
Fabiano PRETI
Alberto TEGONI (nuovo)
Eurovita sponsor degli arbitri italiani fino al 2019 - Calcio e Finanza
https://www.calcioefinanza.it › Notizie › Marketing
20 set 2016 - Eurovita con gli arbitri italiani fino al 2019: accordo da 1,2 milioni a ... (dalla Serie A ai dilettanti) nell'arco di tempo della sponsorizzazione.
Eurovita con gli arbitri italiani fino al 2019: accordo da 1,2 milioni a stagione
Eurovita sponsor degli arbitri italiani fino al 2019 – Eurovita Assicurazioni, società di bancassicurazione indipendente controllata dal fondo d’investimento internazionale JC Flowers e guidata dall’amministratore delegato Andrea Battista, ha rinnovato l’accordo di sponsorizzazione con gli arbitri italiani per tre anni (fino al termine della stagione 2018-2019).
Lo riporta il portale di informazione Soccerex.com, che indica in 1,2 milioni di euro a stagione il valore della sponsorizzazione tra Eurovita e l’Associazione italiana arbitri (AIA).
Per questa e per la prossime due stagione il marchio Eurovita continuerà ad essere presente sulle divise ufficiali e sula dotazione tecnica degli arbitri italiani e dei funzionari dell’AIA, per un totale di più di 35.000 direttori di gara e oltre 600.000 partite (dalla Serie A ai dilettanti) nell’arco di tempo della sponsorizzazione.
“Negli arbitri italiani riconosciamo gli stessi valori che abbiamo posto alla base del nostro lavoro: il desiderio di eccellenza, indipendenza, professionalità e rispetto delle regole. Ringraziamo la FIGC, l’AIA e tutti i 30.000 arbitri italiani che siamo orgogliosi di considerare come nostri ambasciatori nel mondo del calcio”, ha commentato l’ad di Eurovita Andrea Battista.
La decisione di Eurovita di proseguire nella partnership con gli arbitri italiani avviata nel luglio del 2015 si basa anche sul successo, in termini di visibilità del brand, riscontrato nel corso della stagione 2015-2016.
Secondo una ricerca di mercato sviluppata da Nielsen Sport, presentata lo scorso luglio nella sede della FIGC alla presenza del presidente Carlo Tavecchio, del dg Michele Uva, del presidente dell’AIA Marcello Nicchi e dello stesso Battista, grazie alla sponsorizzazione degli arbitri italiani, la notorietà del brand Eurovita è cresciuta in un solo anno dall’1% al 40%.
In base alle rilevazioni di Nielsen Sport, il brand Eurovita è oggi riconosciuto da 4 italiani su 10. Il caso di successo è particolarmente significativo considerando la concentrazione delle risorse sulla sola azione di sponsorizzazione sportiva.
La ricerca è stata svolta con oltre 1000 interviste su un campione rappresentativo della popolazione italiana di età compresa fra 16 e 59 anni.
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